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sabato 28 giugno 2014

cure parentali

Esistono dei pesci, i cosiddetti Discus (in latino Symphysodon Discus), che durante il periodo degli accoppiamenti formano coppie stabili per tutta la vita. 
La cosa però più interessante è che alla nascita dei loro avannotti i genitori si prendono cura dei piccoli attuando cure parentali. I giovani dischini infatti stando vicini al corpo del padre e della madre possono nutrirsi fino al raggiungimento della maturità sessuale. In pochi riescono a poter vedere in cattività questo spettacolo della natura. Ed io sono uno dei fortunati allevatori che è riuscito nell’impresa (giurista acquariofilo). Questa mia discussione Piero-Angelina (o angelesca?) viene dal fatto che proprio questa mattina, durante il mio studio matto e disperato del diritto di famiglia, ho riportato alla luce un principio cardine del rapporto figli genitori: il principio della bigenitorialità. Leggo che secondo tale principio un bambino ha una legittima aspirazione, ovvero un legittimo diritto, a mantenere un rapporto stabile con entrambi i genitori. Tale diritto si basa sul fatto che essere genitori è un impegno che si prende nei confronti dei figli.

E come al solito parte il confronto animale-uomo. 
Coppie stabili tutta la vita. Cure parentali. Ma è possibile che dei fottutissimi pesci (di una bellezza disarmante) siano meglio di molte coppie che vedo in tribunale che trascinano a destra e a sinistra i loro figli, increduli di quello che sta accadendo? Non parlo di Bonobo (che come documentato da esperti biologi e documentaristi (nonché da Caparezza nella canzone Bonobo Power) in realtà fanno orge notte e dì) o animali superiori, ma di colorati pinnuti la cui intelligenza è mediamente inferiore a quella di una gallina (che, come sostiene mia madre, è comunque un animale intelligente...). 
A questo punto faccio delle ricerche e scovo una sentenza della Corte Europera (lascio l'errore,troppo bello NDR) dei diritti dell’uomo (Corte Eur. Dir. Uomo, sez. II, 29 gennaio 2013 (Pres. Jočienė), Affaire Lombardo c/ Italia) in cui l’Italia veniva condannata per non avere predisposto un "sistema giuridico (e amministrativo) adeguato a tutelare il diritto inviolabile del genitore (nella specie un padre “separato”) di esercitare il naturale rapporto familiare col figlio". 

E come al solito parte il confronto: italia-resto del mondo. Ma è possibile che anche per uno dei principi cardine del diritto di famiglia l’Italia riesca comunque a rimanere indietro? Il solito paese dell’ipocrisia,penso. Dei family day indetti da puttanieri in doppio petto (pieni di stress come direbbe il Max nazionale). Beh nell’incoerenza però c’è una certa coerenza, continuo a pensare. 

Tutte queste mie considerazioni solo per farvi capire che il capitolo di diritto di famiglia è quasi terminato, a breve adozione e alimenti. 


See u soon pesciolini

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