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martedì 29 luglio 2014

Psiconalisi di un ritratto

Ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale e frutto di immaginazione. I post non vogliono ledere la sensibilità di alcuno. L'art. 21 della nostra Carta Costituzionale sancisce la libertà di pensiero e di stampa, cardini inviolabili della nostra società e della nostra democrazia.


Lei è li che mi osserva, ogni giorno, da quando sono nato. Arrotola il suo foglio di carta mentre una spallina le sta per cadere. Le labbra sembrano accennare qualcosa. Così da sempre, nella sua infinita immobilità semovente. 
Se non fosse un’immagine dipinta su un quadro le chiederei volentieri la differenza tra beni fungibili (un libro) ed infungibili (un quadro di Picasso). Sono certo che mi manderebbe a cagare, o penserebbe che io sia pazzo, perché altro non è che olio su tela. 

Mentre mi limono virtualmente l’immaginaria ragazza ricevo una telefonata. “prònto (la ò aperta), parlo con Luca Bilardo. 

Ancora con questa storia. Nella mia vita ho subito decine di storpiature: Banardo, Di Lardo, Binardo, Denaro. Questa mi mancava.

Dall’altra parte della cornetta una signorina dalla voce caricaturale (alla Chipmunk) inizia a raccontarmi alla velocità della luce le nuove offerte del suo atelier di moda. 

E tra un no signorina,un la prego sono impegnato e un porca troia (ma solo accennato e con educazione) Gualtiera mi ha già fissato un appuntamento per farmi provare degli abiti sartoriali. Rimango inerme con la cornetta in mano. 

La mia dolce metà affissa sul muro mi osserva, il suo sguardo sembra rimproverarmi. “Non hai avuto le palle mi dice”, “come sempre insomma”. L’ho delusa, penso. 

Prendo coraggio, e richiamo Gualtiera.

“Salve sono Bilardo (ormai sono immerso completamente nella parte), volevo dirle che non mi interessa nessun abito”. Sono veramente infuriato. Ma qualcosa mi colpisce. 

La ragazza scoiattolo mi supplica. “La prego”.

Le dico va bene, ci vediamo a settembre.

La mia donna bidimensionale mi guarda sprezzante. “Non dovevi avere pietà, sei il solito cazzone sentimentale”. Ma no dai. 

“Appena una ragazza frigna tu subito dietro come un pappamolla”. Vabbè non esagerare.

“Sicuramente ti rifilerà una giacca a tre bottoni come voleva fare con quel tuo amico”. Eh vabbè alla fine stanno bene.

“Hai fatto la solita cagata, non hai costanza, non ti impegni in nulla, gli altri sono sempre più avanti di te, non farai strada, non hai concentrazione ti ricordo che stavi studiando, a furia (cavallo del west) di rimanere indietro sei già un esodato, andrai a lavorare come pizzaiolo, venderai porta a porta consulenze giuridiche”. 

….


Eri lì che mi osservavi, ogni giorno da quando sono nato. Le tue labbra pronte a parlare. La tua spallina a cadere. Ma non è più tempo per i consigli e per le critiche. 

Ora il tuo cazzo di foglio di carta e i tuoi sberleffi li puoi arrotolare in cantina.

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