Translate

martedì 9 settembre 2014

La mia vita è un Cabaret

“Luca, sono triste fammi ridere”.
Questo è il tipico sms che ricevo durante la giornata dai miei colleghi che stanno preparando l’esame orale per l’abilitazione alla professione forense.
Non importa che ora sia, non importa se poco prima li ho chiamati raccontandogli che mia nonna ha fatto un incidente durante le sue quotidiane sessioni di moto GP nel parcheggio del supermercato o se mio padre mi ha tagliato i fondi perché "è ora di andare a lavorare" (su questo condivido pienamente, il praticantato non è un lavoro…è volontariato). 
Ma la mia anima comica, che mi accompagna da sempre, non resiste alla chiamata. E attacco con le mie solite disquisizioni umoristiche.
Questo accade sin da quando sono bambino.

Recita di quarta elementare. 

Tutti i compagni di classe preparavano la scenetta da presentare l’ultimo giorno di scuola.
Tutti tranne me. 
Mi ero fissato di voler scrivere una storia e di recitarla. E, non so per quale motivo, decisi di riscrivere in chiave umoristica le gesta di Maometto.
Da cui il titolo:” La vera storia di Maometto”.
Di primo acchito, come sempre accadeva per le mie idee balzane, le maestre furono perplesse. Soprattutto perché ciò che uscì dalla mia penna (o meglio dalla  macchina da scrivere rubata a mia sorella) fu una commedia comica in cui ironizzare sulle gesta del Profeta Musulmano, paragonandolo a Rocky Balboa, facendogli ingoiare la pietra nera che si trova alla Mecca e facendogli raccontare una barzelletta politicamente scorretta riguardante San Pietro.
L’idea passò per il rotto della cuffia. L’approvarono.
In quel periodo, il mio essere già ossessivo compulsivo mi portava a mandare a fanculo mia madre poco prima di una verifica, prima di uscire di casa (ovviamente a bassa voce). Pensavo portasse fortuna (e ne sono tuttora convinto). 
“Ciao Luca, hai le merendine? Hai preparato i fogli di protocollo per la verifica e le penne replay?Bene, buona giornata ed in bocca al lupo”.
“Vaffanculo mamma" esclamavo tra me e me. E sorridendo saltellavo con la mia cartella della Scout verso la macchina di mio padre, che a finestre chiuse ermeticamente aveva già fumato un pacchetto di sigarette.  Forse avrei dovuto madare lui a quel paese. 

Arrivò il giorno della recita. 

I bambini, quelli normali, inscenarono "Pinocchio" di Collodi. "La Martina", mia compagna perfettina, si vestì da cazzo di fata turchina”. L'unico momento veramente divertente fu quando Marchino, che interpretava il Grillo Parlante, ebbe un attacco di sciolta davanti a tutti. Povero Marchino, una carriera stroncata dall'emozione. Oggi fa il gastroenterologo. I casi della vita.

Arrivò il mio turno.

 Per l’occasione mi vestii con un gilet che avevo usato precentemente ad un matrimonio. Ai tempi sembrava stupendo,oggi posso dire che era un pezzo di tappezzeria…
Presi il microfono e partii con la barzelletta raccontata da Maometto. Le maestre con gli occhi strabuzzati probabilmente si erano scordate ogni cosa. I bambini, invece, iniziarono a ridere a crepapelle, così fino alla fine. Corsero da me a fine giornata e mi abbracciarono. Ricordo ancora Eros, un bambino di 9 anni alto 1.70 dai capelli rossi, figlio del sagrestano, che mi chiese l’autografo e una copia del mio blasfemo elaborato.

Il giorno più bello della mia vita.

Poi in fondo al corridoio della scuola vidi mia madre, aveva le lacrime agli occhi. Lei che mandavo a fanculo già a 9 anni, pensando portasse fortuna. Lei aveva capito la mia unica dote. Aveva capito che in quella piccola testa di cazzo ipertricotica si nascondeva un dono, quello di far ridere le persone. Ricambiai l’abbraccio, la guardai negli occhi:”visto che insultarti di prima mattina serve a qualcosa mamma?”. Mi guardò perplessa, non capì. 

Ce ne andammo via mano nella mano. Sulla via di casa le raccontai un paio di barzellette sulla maestra di italiano dalla voce stridula che pensava di essere la “vera nipote di Papa Roncalli” (il Papa buono). “No Luca, lascia perdere il Papa. Per oggi basta, hai già dato con Maometto. Non scontentare tutte le religioni”. 


L’accontentai, per un po’. 

Nota: In molti paesi Musulmani (non necessariamente integralisti quali la Giordania) la blasfemia (degradare l'Islam o i sentimenti musulmani o insultare il profeta Maometto) è punito con la reclusione e il pagamento di una ammenda.


Ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale e frutto di immaginazione. I post non vogliono ledere la sensibilità di alcuno. L'art. 21 della nostra Carta Costituzionale sancisce la libertà di pensiero e di stampa, cardini inviolabili della nostra società e della nostra democrazia.

Nessun commento:

Posta un commento